Sesso, ipocrisia e tabù: quello che “si fa, ma non si dice”

Decine di migliaia di anni fa, circa l’85% delle società umane si basava sulla poliginia, con uomini che si univano in matrimonio con più donne. Le ragioni per cui la maggior parte delle società si è poi spostata verso la monogamia imposta socialmente è argomento di discussione fra gli scienziati ancora ai giorni d’oggi.

Modelli di relazione sessuale oggi

Gli studi di etnografia mettono in evidenza che i modelli di relazione sessuale variano di società in società, diversificandosi per livello di stabilità, durata nel tempo e per grado di investimento nella famiglia da parte dei padri. Nonostante ciò, il matrimonio monogamo è la forma di relazione più comunemente osservata nelle società contemporanee, almeno formalmente. A dispetto di questo dato, infatti, i matrimoni monogami odierni si dimostrano prevalentemente “seriali”: tengono insieme due persone in maniera esclusiva per un periodo limitato nel tempo, per poi sfociare in relazioni extra-coniugali o nel divorzio.  

Monogamia seriale: alcuni dati

In un’indagine condotta nel 2016, infatti, si evidenzia che in un terzo delle coppie sposate almeno uno dei due partner ha tradito l’altro. La percentuale dei divorzi in Italia, inoltre, ammonta al 23,5% dopo almeno 25 anni di matrimonio (dato del 2015). A livello internazionale l’Italia risulta uno dei paesi con la nuzialità più bassa: soltanto Portogallo e Slovenia hanno un quoziente inferiore. Sul fronte delle separazioni si passa dalle 89.303 del 2014 a 91.706 del 2015, mentre per i divorzi l’aumento è decisamente più marcato: da 52.355 salgono a 82.469, un’impennata dovuta soprattutto all’entrata in vigore a metà 2015 del “divorzio breve”.

Nonostante la realtà dei fatti, avere più relazioni sessuali e averne al di fuori del matrimonio risulta ancora inaccettabile a livello sociale in molti Paesi, anche se in misura diversa. Come mai questa sorta di ipocrisia generalizzata?

Perché nonostante quasi tutti tradiscano e/o abbiano relazioni extraconiugali più o meno condivise dal coniuge, tale comportamento resta ancora socialmente inaccettabile?

Alcune “buone ragioni” alla base della monogamia

Sicuramente in questo articolo non troverete la risposta al “quesito del secolo”, ma almeno possiamo ragionare un po’ in base ad alcuni dati.

  1. Innanzitutto, il fatto che la specie umana sia capace di avere figli a breve distanza uno dall’altro, unitamente all’alta aspettativa di vita della prole ed il lungo periodo di dipendenza dei piccoli, implica che le madri si trovano spesso nella posizione di dover prendersi cura di figli con età diverse contemporaneamente. Non di rado una mamma si trova ad avere un neonato, un bambino appena scolarizzato ed un adolescente nello stesso tempo. Oggi questo capita molto di meno (e forse non è un caso che i divorzi sono molto più frequenti…). Avere più figli di età diversa a cui badare contemporaneamente solleva un problema: come provvedere ai diversi bisogni che queste diverse età richiedono e riuscire, nello stesso tempo, a provvedere alle necessità primarie dei propri figli, come avere abbastanza soldi per garantire il cibo in tavola ed un tetto sulla testa? La collaborazione attiva da parte degli uomini, almeno secondo alcuni studiosi, nasce proprio per risolvere questo problema: i padri investono nella cura della prole e, allo stesso tempo, ricavano benefici primari da un legame monogamo, il quale, attraverso la divisione delle mansioni fra moglie e marito, si viene a stabilizzare.
  2. Un altro motivo per cui ci si è evoluti verso una società monogama sembra essere anche la maggiore preferenza, da parte delle donne, per uomini che investono maggiormente nella cura della prole. Per cui, quando le donne “scarseggiano”, sono i cosiddetti “bravi ragazzi” ad avere la meglio, almeno secondi studi antropologici.
  3. Si è evidenziato, inoltre, che relazioni monogame correlano con un maggior benessere fisico degli uomini: i “padri di famiglia” sembrano godere di migliore salute ed essere più longevi.
  4. Altre teorie volte a spiegare la monogamia socialmente imposta dalle nostre società, pongono l’accento sull’abbassamento della diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, il che potrebbe avere un suo fondo di verità.

Molte teorie, poche certezze ed una risposta certa e definitiva ad oggi non esiste. È probabile che tutte queste ipotesi spieghino il perché oggi è ancora uno scandalo avere più relazioni sessuali e perché ci si senta in diritto di etichettare con epiteti poco carini sia donne che uomini che non stanno con un partner sessuale fino alla morte.

Non siamo una specie monogama

Il punto è che, nei fatti, non siamo monogami (non per la vita, quanto meno), almeno statisticamente. Ma, allo stesso tempo, ci sforziamo di sembrare monogami.

L’aspetto peggiore di tutta questa faccenda è che molta della psicopatologia che c’è in giro riguarda esattamente questo: il sentirsi una delusione per la società, anche per questo motivo. Perché il proprio partner si è rivelato “un traditore” o perché si è attratti da qualcuno che non è il proprio marito o la propria moglie. O perché il sentimento è svanito o perché si desidera qualcosa di diverso… tutte cose normalissime, ma che ci sembrano inaccettabili.

La mia opinione

Cominciare a considerare e ad accettare la propria natura è il principio della guarigione personale e, magari un giorno, anche sociale. La natura e la biologia di cui siamo parte e che è parte di noi ha una saggezza intrinseca ed ha una sua evoluzione. È difficile cambiare questa naturale evoluzione tramite interventi coercitivi, se non a costi altissimi. La violenza non è mai una strategia vincente, secondo me. La natura ce lo dice, lo vediamo in tutti i campi: dall’ecologia alla medicina e alla psicologia e così via. La verità è che le variabili sono tante, troppe: i contesti sono diversi, le persone sono diverse ed i bisogni sono diversi.

Forse quel che andava bene una volta oggi non ha più senso di esistere, così come i lumi a gas e le carrozze trainate da cavalli. Ma, come in natura, certe pratiche sociali, come la monogamia forzata e la pubblica denigrazione di modelli relazionali alternativi, ci mettono un po’ di tempo ad estinguersi. Anche questo tempo necessario al cambiamento e la resistenza delle società a mutare va accettato.

Tutti, secondo me, dovremmo imparare ad essere più tolleranti e comprensivi: chi è progressista, dovrebbe considerare che non tutti sono pronti ad esserlo e chi non lo è dovrebbe considerare che forse esiste un mondo che non risponde alle proprie convinzioni o che la propria visione del mondo non coincide necessariamente con la realtà dei fatti. Se davvero si imparasse a considerare, non dico tutto, ma un po’ di più di quanto normalmente si considera nel momento in cui si dialoga o si incontra qualcuno o quando si legge una notizia, allora forse diventeremmo un po’ più saggi e staremmo anche un po’ meglio psicologicamente e, quindi, anche fisicamente.

Credo sempre che le cose siano un po’ più semplici di come spesso le si percepiscono: di solito ci si auto-impone dei limiti e delle barriere, delle doverizzazioni e dei divieti che esistono solo nella propria mente. Ci sono cose difficili, senza dubbio, ma non tutto è difficile. Solo qualcosa: il lutto, la malattia, l’indigenza, le dipendenze sono cose difficili. Ma non lo sono molte altre cose.

Io non ho la risposta definitiva al perché la maggior parte delle persone non è o non desidera in cuor suo essere monogama, ma, allo stesso tempo, mantiene a tutti i costi questa apparenze e, peggio, condanna chi non lo è. Ma so che è così e che non lo condivido. Ma, di mio, so che già informare su questa ipocrisia è un buon modo per contribuire al cambiamento.

Per approfondimenti

  • Chamie, J. (2018) World Agrees: Adultery, While Prevalent, Is Wrong. YaleGlobal
  • Conley, T. D. et al.  (2017) Investigation of Consensually Nonmonogamous Relationships: Theories, Methods, and New Directions. JournalPerspectives on Psychological Science, 12 (2): 205-232
  • Italia tra i Paesi più vecchi al mondo: in aumento i single e il costo della vita nelle grandi città (2017) LaStampa
  • Schacht, R., Kramer, K. L. (2019) Are We Monogamous? A Review of the Evolution of Pair-Bonding in Humans and Its Contemporary Variation Cross-Culturally. Frontiers in Ecology and Evolution, 7, 230

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