Festa della Liberazione: 7 prigioni mentali di cui liberarti

Festa della Liberazione Teresa Montesarchio

Oggi, Festa della Liberazione, è difficile credere davvero che siamo una specie libera. Quarantena a parte, di fatto non lo siamo. O meglio, crediamo di essere liberi, quando invece ci auto-recludiamo in gabbie di ogni tipo. L’aspetto veramente assurdo, è che non ce ne rendiamo conto.

Se ci mettessero in catene di ferro, le vedremmo e potremmo ben dire che siamo limitati nella nostra libertà. Ma quando le catene sono fatte della materia delle nostre stesse convinzioni, dell’eredità culturale o educativa che ci portiamo dietro, allora l’oggetto che ci vincola è dotato di un superpotere: l’invisibilità. Ed è difficile affrancarcene.

In occasione della Festa della Liberazione, ho fatto per te un elenco di 7 prigioni mentali dalle quali ti invito a liberarti quanto prima.

  1. Liberati del giudizio altrui. Non si può essere veramente liberi se le nostre scelte sono volte ad evitare critiche, commenti, risolini o esclusioni da parte di qualcuno. Scelte come indossare quel vestito o quel rossetto oppure no, portare i capelli in un certo modo, sposare quella persona, partire o cambiare facoltà… qualunque sia la tua storia e in qualsiasi punto della tua vita tu ti trovi, chiediti se sei dove vuoi essere. Altrimenti, sarai schiavo di una vita che non è la tua.
  2. Liberati della tirannia dei doveri. “Devo sposarmi”, “Devo mantenere la mia famiglia”, “Devo essere magra e attraente”, “Non devo mai essere respinto”… quanti doveri abbiamo nei confronti di noi stessi e degli altri? E in che modo questi doveri ci rendono prigionieri? Partendo da assunti così rigidi, nel momento in cui qualcosa non va esattamente come pretendiamo che vada, sprofondiamo in un vortice di pensieri catastrofici, che ci imprigionano come sabbie mobili in un’angoscia capace di paralizzarci o farci agire in maniera decisamente controproducente. Se, dunque, quel progetto che “deve assolutamente avere successo”, invece, fallisse, ecco che penseremmo di essere delle persone inadeguate, che non valgono nulla e che sicuramente verranno additate, derise ed escluse e che finiranno sole e abbandonate all’angolo di una strada. Bene, tutto questo non è realistico ed è una prigionia che esiste solo nella tua testa!
  3. Liberati dell’idea di non potercela fare da solo. Credere di aver sempre bisogno di una balia, della “mamma” che ci spiani la strada, perché altrimenti sicuramente falliremo, è un grande ostacolo alla propria crescita. Di cosa abbiamo paura? Di spiccare il volo perché ci schianteremo al suolo? Quindi meglio farci afferrare dalle zampe di un’aquila che voli per noi! “Certo, ci porterà dove vorrà lei, ma sicuramente non ci schianterà. Forse. A patto che non pesiamo troppo e che, possibilmente, diamo qualcosa in cambio, fosse anche la nostra stessa vita.” È la condizione di molti dipendenti relazionali, che immolano la propria vita per la relazione e si rinchiudono in una sorta di gabbia dorata che li protegge dai pericoli esterni: “Io esisto per te e tu combatti il mondo per entrambi”. Se sei felice, bene: hai trovato la tua oasi. Ma se non lo sei, forse sei schiavo di una gabbia che hai contribuito tu stesso a costruire.
  4. Liberati delle paure irrazionali. Qui abbiamo messo le sbarre alla finestra e abbiamo gettato via la chiave. Non prendiamo l’ascensore, non prendiamo l’aereo, non guidiamo in tangenziale, non frequentiamo luoghi affollati… stiamo in guardia da quello e da quell’altro, perché sicuramente vorranno farci del male. “Si approfitteranno di me e alla prima occasione mi tradiranno. O, peggio, mi ammalerò sicuramente, per cui meglio non correre e non sudare, che poi tira vento, mi ammalo e fino alla fossa il passo è breve.” Peccato che questa prigione è assai piccola: quanto la bara in cui si teme di finire. Un passo alla volta, bisogna limarne le sbarre!
  5. Liberati del tuo passato. Per quanto terribile sia stato il nostro passato, siamo noi che continuiamo a tenerlo in vita e a ripeterlo a loop. In che modo? Continuando a coltivare le stesse convinzioni irrazionali nate nell’infanzia. Ad esempio “devo far felice la mamma”, può essere oggi “devo far felice il mio partner” o “devo far felice l’altro (in generale)”. Credendo che questo modo di fare sia l’unico giusto, che sia addirittura funzionale e che a far diversamente non ne ricaveremo nulla di buono, quindi perché provare… ecco, in questo modo siamo schiavi del nostro passato. Questa schiavitù non ci consente di esplorare nuovi orizzonti e possibilità. Non ci permette di toccare con mano che oltre a quanto abbiamo appreso quando eravamo piccoli, c’è tutto un mondo che offre opportunità diverse e che le cose non devono necessariamente essere o andare come temiamo.
  6. Liberati delle abitudini auto-lesive. Lo abbiamo rifatto: ci siamo ricascati! Abbiamo di nuovo aggredito gratuitamente la persona che amiamo o messo un muro fra noi e quel passante che si è offerto di aiutarci. Abbiamo ancora una volta detto si, quando volevamo dire no, abbiamo di nuovo evitato di affrontare quel nuovo progetto o di esibirci in pubblico. Abbiamo ancora procrastinato, o fatto un’abbuffata o fumato l’ennesima sigaretta. Ci siamo ancora immolati per il bene di qualcun altro o siamo stati in piedi un’altra nottata per far felice il nostro capo. Ancora una volta non abbiamo avuto cura di noi stessi. Ancora una volta non ci siamo trattati con gentilezza. Questa, caro lettore, è la Torre di Londra: non solo una prigione in cui scontare la pena, ma un posto dove essere torturati con ogni strumento possibile in attesa della propria morte. In occasione della Festa della Liberazione: Scappa!
  7. Liberati dei condizionamenti. Che sia la Chiesa, lo Stato, la scuola, la moda, la cultura, il gruppo di amici, tutti siamo sottoposti a condizionamenti di ogni tipo. I vestiti che indossiamo, l’auto che guidiamo, il cibo che mangiamo, forse persino la carriera intrapresa e il marito o la moglie che ci siamo scelti sono frutto di condizionamenti vari. È quello che vuoi veramente?

Oggi, Festa della Liberazione, facciamoci un regalo: questa quarantena, che sembra davvero una prigionia, forse è un’occasione per stare a tu per tu con chi siamo veramente e farci due domande. E non sarebbe bello se questa prigionia di fatto ci portasse ad una Liberazione personale?

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