3 buoni motivi per aprire un blog di Psicologia

Oggi, giornata mondiale dei blogger, voglio condividere con i miei colleghi tre buoni motivi che mi hanno spinta ad aprire un blog di Psicologia. Pronti?

  1. Potermi raccontare. Avere un blog di Psicologia collegato al mio sito mi permettere di diffondere il mio stile peculiare, che mi differenzia da tutti gli altri psicologi. Attraverso i miei vari articoli, infatti, mi è possibile far emergere il mio modo di pensare, di scrivere, la mia creatività nel fare divulgazione scientifica ed i miei particolari interessi. Gli argomenti di cui decido di parlare, inoltre, sottolineano gli ambiti applicativi della Psicologia in cui mi muovo maggiormente, oltre al mio modo di fare ricerca e di aggiornarmi, qual è e come uso il mio particolare impianto teorico-scientifico di riferimento. La scelta di trattare, inoltre, un certo gruppo di argomenti nello specifico (nel mio caso, ad esempio, la mindfulness e la mindful eating e il comportamento alimentare) mi permette di coltivare la mia immagine di esperta di un certo settore particolare e di favorire, dunque, collaborazioni e richieste proprio in quei settori che più degli altri mi interessano. Nel mio caso, ad esempio, il blog di Psicologia e la divulgazione scientifica attraverso il web mi hanno permesso di avviare un circolo virtuoso di esperienze legate proprio alla mindfulness e all’alimentazione, i miei ambiti di intervento preferiti!
  2. Far circolare il mio brand. Se scrivo dei buoni articoli e mi servo di canali social per poterli diffondere, come Facebook, LinkedIn e YouTube, ad esempio, è molto probabile che molte persone possano leggerli e visitare, così, il mio sito. Questo permette la circolazione del mio brand e dei miei servizi specifici, favorendomi nella professione. Giusto per fare un esempio, sono numerosi i casi in cui i miei libri o i miei corsi vengono acquistati dal mio sito o dalla mia pagina Facebook. Questo perché, se qualcuno sta cercando qualcosa in particolare, come un libro o un corso di formazione per approfondire proprio le tematiche da me trattate, può incappare in un mio articolo e scoprire che ha trovato ciò che stava cercando! 
  3. Fare rete. Se, per scrivere i miei articoli, faccio interviste o recensisco seminari, libri o mi servo in qualche modo della collaborazione di altri professionisti, il blog di Psicologia mi permette di ampliare la mia rete di contatti. Il network di professionisti è fra le cose più preziose che tu possa avere nel tuo lavoro, a mio parere, per diversi motivi: in primo luogo, ti permette di imparare molte cose in campi disparati e di lavorare in team, assumendoti le responsabilità del tuo lavoro e imparando, al contempo, a servirti delle competenze dei professionisti che lavorano con te, delegando e chiedendo il loro aiuto a complemento del progetto a cui lavorate insieme. Nel mio caso, ad esempio, lavorare con un grafico nei progetti editoriali o con degli esperti in marketing digitale per le docenze online è un’esperienza sempre molto stimolante. Inoltre, attraverso la semina dei tuoi articoli, puoi incontrare professionisti di ambiti diversi, che cercano proprio una figura come la tua che collabori con loro ad un progetto. E, in aggiunta a ciò, se le persone si trovano bene a lavorare con te, ti suggeriranno ad altri professionisti che cercano a loro volta qualcuno con le tue competenze.

Sicuramente avere un blog di Psicologia è un impegno che richiede una certa dedizione e buone dosi di costanza e disciplina, ma è anche un’occasione molto stimolante e arricchente e un ottimo strumento di crescita professionale. Dunque: cosa aspetti ad aprirne uno tutto tuo?

Se hai domande o curiosità in merito, non esitare a scrivermi, qui nei commenti o in privato!

E se sei già un blogger… beh, auguri: oggi è la nostra festa! 🙂

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