Abilitata come Psicologa specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale e come Giornalista, svolgo sia attività di clinica, che di formazione e divulgazione, in qualità di autrice e curatrice editoriale. 

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I miei interessi “primordiali”

Ricordo benissimo quanto sia sempre stato difficile per me scegliere una strada ben precisa e preferirla alle altre fino alla fine. Ho sempre avuto l’impressione di dover rinunciare ad una parte di me, quando mi si chiedeva “Cosa vuoi fare da grande?”

Quando ero piccola, “gli adulti” responsabili della mia formazione, a partire dai miei genitori fino ai miei insegnanti, vedevano in me futuri molto diversi fra loro: mio padre mi vedeva biologa marina e la mia insegnante di matematica dirigente di banca; per la mia docente di italiano sarei diventata, ovviamente, una scrittrice e, per il mio maestro di educazione artistica, una pittrice. Il mio professore di educazione fisica sosteneva a gran voce che sarei diventata un’atleta e l’elenco potrebbe continuare ancora. Forse questo dipendeva semplicemente dal fatto che, essendo sempre stata molto curiosa, anche da bambina, mi veniva naturale sviluppare un genuino interesse per le cose più disparate e così finivo per farmi assorbire tanto dall’arte, quanto dalla matematica, così come pure dalle attività sportive e dalla lettura.

Per quanto mi riguardava, fino a quando avrei potuto, avrei giocato a sperimentarmi in un ruolo diverso ogni qualvolta avessi voluto. Per cui un giorno era uno disegnatrice di fumetti, l’altro una stilista di moda, l’altro ancora un medico e quello successivo una pallavolista.

La mia formazione

Col tempo questa mia totale incapacità a scegliere si è mantenuta e così anche la mia formazione è stata (ed è ancora) eclettica. Parallelamente ai miei studi scientifici al liceo, all’università e alla scuola di specializzazione, che enfatizzavano il rigore scientifico e l’euristica, mi formavo in danza, in recitazione e in musica con diversi maestri –anche di un certo calibro.

Divulgazione scientifica

Non avendo mai dimenticato il mio interesse per la scrittura, ho conseguito l’abilitazione come giornalista pubblicista, accanto a quella di psicologa e psicoterapeuta, occupandomi di divulgazione scientifica in Psicologia e scrivendo per alcuni giornali e collane di settore, come Il Fatto Alimentare diretto da Roberto La Pira e Libri in Tasca, collana di tascabili diretta da Maurizio Costantini ed edita da EPC.

Psicoterapeuta e Docente

Come psicologa, credo di poter godere di alcuni privilegi, come conoscere in anteprima alcune tecniche psicologiche all’avanguardia, come la mindfulness e tutte le tecniche espositive, che secondo me chiunque dovrebbe imparare per poter vivere una vita più piena. In modo particolare, la Mindful Eating combina queste tecniche in maniera superba e sono molto felice di poter contribuire a diffondere l’utilizzo di questi strumenti non solo fra i miei pazienti, ma anche fra i colleghi, attraverso i corsi di formazione in collaborazione con Formazione Continua in Psicologia.

Letteratura biografica

Oltre a ciò, essere una psicologa mi concede, credo, una vista privilegiata sulla vita delle persone, siano esse clienti o meno: come dico sempre, lo psicologo non è qualcosa che si fa, un semplice mestiere, insomma, ma qualcosa che si è. Forse in parte ci si nasce ed in parte ci si diventa, ma certe attitudini, come le capacità empatiche, gli interrogativi che tendono a spingerti al di là delle apparenze ed alcuni valori imprescindibili, come la libertà, il rispetto del prossimo e l’autorealizzazione, sono motori che non ti abbandonano solamente perché “ti sei tolto il camice a fine giornata”, per così dire. Ed è così che l’essere psicologa, unitamente ai miei interessi artistici, mi ha portato col tempo a voler approfondire i retroscena e le vite di alcuni artisti e personaggi storici che mi hanno particolarmente ispirato, avvicinandomi al mondo della letteratura e del cinema biografico, settori nei quali sto lavorando con molto piacere da qualche anno.

Ora che “grande” (adulta) ci sono diventata, quando mi si chiede “cosa faccio” nella vita, mi accorgo di non trovare mai un modo semplice per descriverlo e spero sempre di non incappare mai in un’etichetta in grado, da sola, di definire una volta per tutte chi sono.