Chi adotta un cane, possiede un tesoro

cane teresa montesarchio

Oggi è la giornata mondiale del cane, istituita da World Dog Alliance, l’organizzazione mondiale che si occupa di diverse iniziative a difesa dei nostri amici a quattro zampe, fra cui la battaglia per promuovere leggi che vietino il consumo di carne di cane nei Paesi dell’Asia.

In Italia gli animali domestici sono circa 60 milioni e la scienza da un po’ di tempo si è occupata di capire perché le persone sono disposte ad investire risorse personali (di tempo, economiche, fisiche e psicologiche) per i propri amici pelosetti.

 

Ciò che si è scoperto è che, per certi versi, il rapporto tra uomo e cane può essere paragonato a quello fra due persone e a metterlo in luce sono diversi studi sperimentali.

 

Nel 2014 la veterinaria Lori Palley del Massachusetts General Hospital ha usato tecniche di brain imaging per misurare l’attività cerebrale di 14 madri mentre osservavano foto dei loro bambini, dei loro cani o di bambini e cani che non conoscevano.

I ricercatori hanno scoperto che i pattern di attivazione del cervello evocati dai figli o dai cani delle donne erano molto simili tra loro, ma diversi da quelli stimolati da bambini o cani sconosciuti.

 

In uno studio condotto nel 2012, la psicologa Zilcha-Mano ha sottoposto 120 partecipanti a un test linguistico molto impegnativo, misurando la loro pressione sanguigna come indicatore di stress: gli individui che avevano con sé il proprio animale domestico, o che avevano pensato al proprio animale domestico poco prima del test, hanno registrato livelli di stress generalmente inferiori agli altri. Da notare, però, che questo effetto dipende dalla qualità e dalla forza del legame con il proprio animale domestico: non basta “possederne uno” o che in famiglia ve ne sia uno, ma c’è bisogno di instaurare un vero e proprio rapporto di amicizia perché si abbia questo effetto, prendendosene cura e trascorrendo del tempo insieme a lui o lei.

Infine, in uno studio condotto nel 1980 su 92 persone, la biologa Erika Friedmann, dell’Università della Pennsylvania, riferì che a un anno dall’infarto era più probabile che fosse ancora vivo chi aveva animali domestici rispetto a chi non ne aveva.

Gli animali domestici, dunque, possono salvarci la vita ed insegnarci davvero tanto, soprattutto a capire noi stessi: il modo in cui ci relazioniamo a loro e il modo in cui loro reagiscono a noi dice molto non solo del loro carattere, ma anche dei nostri stili relazionali. Ci insegnano, inoltre, cosa vuol dire essere nel momento presente in modo mindful, a goderci il sole, il mare e il cibo e a correre spensierati nei prati.

I cani hanno un istinto innato anche nel comprendere quando stiamo poco bene e sono disponibili a riempirci di coccole e attenzioni, se glielo permettiamo.

Ma tengo anche a precisare che non bisogna adottare un cane alla leggera: bisogna pensare a cosa vuol dire realmente questo impegno in termini concreti, compresi i costi, oltre ai benefici. Vuol dire assicurarsi di poter avere una soluzione concreta per non lasciarli troppo da soli quando si va in vacanza o si è fuori per lavoro, di avere abbastanza tempo per giocare con loro, per portarli dal dottore quando stanno male e per fare in modo che non manchi loro nulla.

È importante ricordare ed insegnare anche ai bambini che gli animali domestici non sono peluche, ma esseri viventi gentili e amorevoli, che meritano il nostro rispetto.

Per approfondire il rapporto con il tuo cane, ti suggerisco il libro Dritto al cuore del tuo cane. Come conoscerlo, educarlo e costruire con lui una relazione perfetta di Angelo Vaira, per Feltrinelli Editore.

 

Fonti:

 

 

 

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